
Le fondazioni sono uno degli elementi più importanti di un edificio.
Volendo dare di essere una definizione precisa si potrebbe dire che con “fondazione” si intende la struttura di base di un edificio o di una costruzione, che serve per trasmettere il peso al suolo.
Nel corso della storia le tecniche per realizzarle sono naturalmente cambiate e anche ai giorni nostri esistono diverse opzioni a disposizione. Per scegliere tra esse bisogna considerare una serie di fattori tra cui, in particolare, la tipologia di terreno a disposizione e il peso dell’edificio (tenendo conto ad esempio del numero di piani, del materiale di costruzione o della sua forma in pianta).
In particolare se le profondità sono più ridotte si parla di fondazioni superficiali o dirette. Se invece ci si addentra maggiormente nel
sottosuolo si darà vita a fondazioni profonde o indirette. Ovviamente anche le tipologie di scavi necessari per realizzarle differiscono tra loro.
La differenza tra fondazioni superficiali e fondazioni profonde
Le fondazioni superficiali sono le più comuni e vengono usate se il terreno non ha particolari fragilità o se comunque l’edificio che stiamo andando a realizzare non ha problemi specifici di eccessivo peso.
Questi tipi di fondazioni possono essere a plinti, a trave rovescia o a platea. Nel primo caso, la tipologia dei plinti e i collegamenti tra essi dipendono di nuovo dalle caratteristiche degli edifici ma anche da altri elementi come per esempio il rischio sismico dell’area di costruzione.
Nei sistemi a “trave rovescia” invece specifiche travi di cemento vengono affogate nel terreno per collegare i plinti tra loro. Il loro nome deriva dal fatto che la loro struttura e la loro funzione è opposta rispetto a quella delle travi in elevazione.
Su terreni particolarmente deboli, per ottenere un effetto di rigidità ancora maggiore infine realizzare una “platea” significa aggiungere alle travi un solettone inferiore, ovvero una piattaforma monolitica in cemento armato. Spesso questo sistema viene usato anche per le case prefabbricate in legno.
Le fondazioni profonde o indirette invece vengono utilizzate quando la tenuta del terreno di sottofondo è molto scarsa o comunque migliora considerevolmente all’aumentare della profondità. Si tratta naturalmente di opere più complesse e quindi più costose.
In sostanza si tratta di sistemi in cui vengono posti dei pali prefabbricati in calcestruzzo o acciaio, di dimensioni anche molto elevate riguardo al loro diametro.
Vengono utilizzati per contesti speciali a livello di composizione e caratteristiche del terreno o per costruzioni come grattacieli o torri. Oppure, ancora per grandi ponti, dighe o viadotti.
Questo sistema può essere usato anche come contenimento per scarpate o pendii di montagna.
Le tipologie di scavo necessarie alle fondazioni
Questa breve ricognizione rende già abbastanza chiaro il fatto che le tipologie di scavi necessari alle fondazioni possono essere molto diversi tra loro, ovviamente a partire dalla profondità. Essa dipende da tutti i fattori sopra elencati ma anche dalla tipologia stessa dell’edificio che si vuole costruire: incide ad esempio la presenza di cantine o garage interrati.
Per valutare la tipologia e le qualità del terreno su cui ci si trova ad operare bisogna innanzitutto misurarne l’umidità e tutte le altre peculiarità del suolo tramite analisi specifiche e carotaggi.
Uno degli scavi possibili, anche solo come prima fase di intervento, è quello di sbancamento cioè uno scavo che si concentra più sull’ampiezza della superficie che sulla profondità.
E’ quello che serve per le fondazioni a platea ma anche semplicemente per rendere possibile ai mezzi di trasporto terra di accedere al cantiere.
Il secondo livello può essere rappresentato dal cosiddetto “scavo a sezione obbligata”. A partire dal livello raggiunto con lo sbancamento si procede cioè più in profondità. Questo è assolutamente necessario per le fondazioni a plinti o a trave rovescia.
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